Parasite – Recensione film

Parasite – Un film del regista sudcoreano Bong Joon Ho

Una linea di demarcazione che separa due mondi: da un lato si trova il benessere, la gratificazione, la stabilità, l’equilibrio, la cultura e la sensibilità: dall’altro invece la povertà, sia materiale che intellettuale, il prevalere degli istinti primari, l’insofferenza e l’assenza di prospettive.
Per varcare questa linea serve un obiettivo: un sogno da realizzare, un’ideale a cui aspirare, un progetto di vita. In una parola: un piano. «Qual è il tuo piano?», chiede uno dei protagonisti del pluripremiato film “Parasite” (Vincitore, tra l’altro, della Palma d’oro al Festival di Cannes 2019; primo film sudcoreano ad aggiudicarsi tale titolo). È l’interrogativo che buca lo schermo e raggiunge gli spettatori. La risposta è la chiave stessa del film, il quale parte da una storia ordinaria di gente che “tira a campare” per arrivare a toccare concetti ben più profondi. È il modo in cui si decide come provare ad oltrepassare l’immaginaria ma solidissima linea che separa i due opposti stati che rappresenta la differenza. I poveri sono greti di spirito perché poveri? O giacciono in una condizione di miseria proprio per colpa della loro povertà di spirito? I ricchi sono gentili in quanto tali, o hanno insita nella loro natura la nobiltà d’animo e la gentilezza? Di etica, di scelta, di valori, del senso vero e proprio della vita e dei sentimenti: di questi fattori il regista offre un’interessante lettura. È il rovescio della medaglia che tiene incollati allo schermo; una medaglia che diventa sfera, dai contorni labili. Un film costruito come un congegno perfetto che offre un quadro elementare ma al contempo complesso di ciò che è la realtà. Un puzzle dove si incastrano i sentimenti più contrastanti. Una serie di scene che risultano familiari sembrano disegnare esattamente i due modi essenziali di essere al mondo: dalla parte dei vincenti o dalla parte dei perdenti. I buoni e i cattivi. Gli elevati e i mediocri. Ma è solo l’inizio; in seguito il film si evolve e prende una piega per niente scontata. Protagonisti e antagonisti si confondono, come lo sfondo del quadro che abitano. È la logica della vita, che viene analizzata. Del destino, di quanto è scritto o totalmente affidato al caso. E alla fine l’interrogativo rimane sospeso e ci invita a trovare una risposta: Qual è il tuo piano?

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...