Una piccola casetta in periferia, una come tante, uguale alle tante periferie del mondo. Il mondo di Penny Lane, protagonista del romanzo di Giordano Criscuolo Il meraviglioso vinile di Penny Lane, edito dalla Eretica edizioni, vive in un luogo che non ha nulla di speciale. Attraverso la fantasia, però, Penny Lane riesce a inventarsi un mondo diverso, decisamente più interessante; per farlo non le occorre molto: un negozio di dischi e un amico più grande. Il mondo che ne viene fuori, in maniera davvero originale, in cui Penny si trova catapultata, pare avere origine da un modo insolito e profondo di osservare e di ascoltare. Osservare attraverso l’obbiettivo di una macchina fotografica analogica e ascoltare la musica incisa su vecchi vinili.
Il romanzo di Giordano Criscuolo si può leggere in tantissimi modi, ognuno può trovarci qualcosa di diverso. Io ho letto questo libro qualche mese fa, e ho volutamente aspettato prima di scriverci qualcosa al riguardo perché non volevo correre il rischio di scrivere di getto, senza aver prima recepito bene, dato che la sensazione è stata quella di aver letto qualcosa di davvero prezioso. Prezioso per il modo con il quale è stato scritto, semplice e chiaro, senza tanti virtuosismi letterari, ma non è solo lo stile a renderlo speciale, non è solo come è scritto il libro che lo rende bello, ma è quello che è scritto, poiché il messaggio che arriva è universale. Partendo da una storia semplice, una ragazzina che vive con la nonna in una comune periferia, l’autore ci conduce in una dimensione della realtà dove tutto appare più chiaro, dove una strana comunità di nani riesce a mettere in luce le contraddizioni della società moderna, ristabilendo un ordine di priorità più giusto.
Ci sarebbe tanto da dire su questo libro, ma non voglio, per scelta, svelare troppo. È come uno scrigno che si merita di essere aperto e scoperto senza anticipazioni. Per questo motivo ho scelto di non leggere le tante recensioni che sono state scritte prima. Voglio però riportare solo un brano che mi ha colpito molto:
«Tu hai paura della morte? Quindi hai anche paura dello stato in cui eri, o non eri, prima di venire al mondo? Ritornerai in quei posti, dove stavi tu sarai. Tutti, e dico tutti, siamo un lampo di vita tra il nulla di prima e il nulla di dopo. Non rattristarti però, lo vedi? Voi vedete la mestizia nel vuoto, il pensiero del vuoto vi immalinconisce e invece no, i tuoi avi, quelli di c’era una volta, nel vuoto non percepivano il nulla: scorgevano l’incognito, il sospeso, l’arcano, il mistero, il divino. La magia.»