"Pierre" di Nello Rubattu

di Daniela Piras


Attraverso la lettura di “Pierre” di Nello Rubattu, Angelica editore, anno 2010, ci si ritrova a ripercorrere la vita avventurosa di Pierre lu Franzesu, personaggio sassarese e al contempo cosmopolita realmente esistito. L’autore fa parlare il protagonista in prima persona, creando così un linguaggio diretto, originale, popolare, a tratti fantastico. Un lessico che dal gergo della piazza, la lingua dell’azione, di tutti i giorni, si spinge fino a raggiungere espressioni che trasudano poesia. Attraverso gli occhi di Pierre il lettore viene coinvolto in un viaggio fisico ma ancor di più mentale.

Lo stile è a volte ironico con sfaccettature d’intenso realismo, stile che si presta a diverse interpretazioni a vari livelli recettivi. Durante la lettura ci si può infatti fermare all’ umorismo sottile che si riscontra nel racconto degli aneddoti della piazza, oppure cogliere i messaggi sociali di fondo, riflessioni filosofiche illuminanti quanto semplici, rese ancora più efficaci dalla continua precisazione della soggettiva visione che Pierre ha della vita: “Ameno per me è giusto così”; “Così la penso e forse non sbaglio”.

Un viaggio in cui si incontrano realtà differenti ma al contempo vicine a noi, a dimostrazione che il detto “tutto il mondo è paese” non è solo un modo di dire. Attraverso Pierre e le sue vicende l’autore crea una storia affascinante che porta a riflettere sulla vita, sugli affetti, sui valori fondanti della vita di ognuno.

Da questo viaggio in giro per il mondo che parte dalla piazza per tornare alla piazza si scende confusi come dopo un giro in giostra. Per tutta la durata del romanzo si è come trasportati in un tempo parallelo, che confonde passato con futuro, dal quale si evince l’impossibilità dell’imparare davvero “L’art de vivre”, di comprendere appieno il significato di ciò che si è vissuto tanto che, dopo mille esperienze, il protagonista ammette di avere ancora il dubbio di “dire cazzate”.

Leggere “Pierre” è come vedere un film, si riesce ad entrare dentro la storia, è come se il protagonista ci camminasse a fianco e ci facesse capire quanto è difficile comprendere il senso dell’esistenza.

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