ADELSCOTT’S PUB

Anna continuava a camminare.
Passo dopo passo, in una sera grigia
… Andava verso il niente
Nel rientro, una leggera brezza la faceva tremare.
I capelli bagnati, gocciolavano lentamente.
Le sue lacrime, quelle non versate, pesavano, ed erano troppe.
Tornava a casa.
Ritornava a casa.
La sua uscita era finita. E non era successo nulla.
Almeno di tutto ciò che si aspettava e che si era augurata.
Era stato tutto un sogno:
I suoi abbracci, le sue parole, le sue carezze…
Erano tutte Allucinazioni, le più varie.
Eppure, solo la sera prima, sembrava tutto così vero.
Forse anche troppo bello.
Ed invece era stato tutto frutto d’uno spettacolo creato da varie sostanze.
Sensazioni artificiali, togliendo l’alcool, il niente.
Non era lo stesso della sera precedente.
Niente era uguale.
Solo lei era rimasta la stessa.
Aveva voluto credergli, con l’ultima goccia di fiducia che le era rimasta verso il mondo.
E lui?
Era un’altra persona, Adesso.
Non c’era più nessun’atmosfera artefatta, solo i loro respiri che si confondevano.
Una luce fioca attorno a loro, la guardava, con quelli stessi occhi chiari, ma ora quelli occhi erano vuoti, non trasmettevano più niente, la guardavano come se la vedessero per la prima volta.
Le sue mani non la tenevano più stretta, erano lì, come morte, tra le sue mani un bicchiere.
Indifferenza, imbarazzo…Il non sapere che dirsi…
Tanta stupidità…
Anna voltò le spalle, non voleva assistere alla distruzione di quel sogno.
Aveva fatto parte della sua vita, anche se solo per una sera, lo aveva quasi implorato, in quel walzer psichedelico, di non mentirle, non mentirle, mentirle…
Non era lo stesso.
E oramai nemmeno lei.
Corse, voleva fuggire, scappare da quell’insulsa visione.
Arrivò di fronte ad un locale, un insegna “ADELSCOTT’S PUB”. Entrò ed ordinò una birra da portare via.
Una volta tornata per strada, se la versò addosso…
Passanti attoniti la fissavano, povera matta suscitava risate soffocate.
Finita la birra, scagliò la bottiglia contro un muro, mentre si riduceva in frantumi, cominciò a piangere, le sue lacrime si confondevano ora con il liquido torbido che colava lungo il suo viso.
Era finito lì il suo sogno…
Era stato creato dall’alcool.
E nell’alcool doveva terminare.



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